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A story that began over 90 years ago


Tutto iniziò con Romano Bacci, nato nel 1912, che a diciotto anni lasciò la nativa Tavarnelle (allora un piccolo centro della Val di Pesa) per trasferirsi a Firenze con l'intenzione d'imparare il mestiere di meccanico. Romano restò a Firenze fin verso i vent'anni, quando, nel '33, tornò nel paese natio per aprire un'autofficina, iniziando a prendersi cura delle poche automobili in circolazione. Allora l'auto era prerogativa di certe categorie privilegiate, ma la sua diffusione andava pian piano allargandosi anche fra le famiglie della media borghesia. Con la guerra la poca attrezzatura dell'officina (gli utensili, il compressore, un bancone) venne nascosta in una cantina; Romano ne coprì di terra l'accesso e ci piantò dei girasoli. Quando nel luglio del '44 il fronte passò da Tavarnelle, gli ufficiali tedeschi non si accorsero di nulla e l'attrezzatura fu salva.

Dopo il conflitto, Romano Bacci si appassionò alle corse automobilistiche. Disputò le prime gare con la Fiat 500C e la 1100, e quasi contemporaneamente iniziò a dedicarsi alla preparazione di motori da competizione.

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Non gli sarebbero mancati clienti di prestigio come i Frescobaldi, Simonetta, Giunti ed altri. E' in questi anni che nacquero i due figli, Fabrizio e Sergio.

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Negli anni Cinquanta, Romano Bacci partecipò a diverse gare nel comprensorio fiorentino: in quell'epoca nella zona si organizzava la Firenze-Fiesole, su un percorso breve ma molto suggestivo, la Coppa della Consuma, nata nel lontano 1902, e la Siena-Firenze o la Firenze-Siena. Bacci continuò a correre fino alla fine degli anni Sessanta, vivendo in prima persona il passaggio dall'epoca, ancora completamente artigianale e cavalleresca del dopoguerra, a quella già più professionale e moderna che seguì la fine delle grandi classiche su strada.

Nel 1970 vi fu una specie di cesura, uno di quegli "scalini" che caratterizzano la storia dell'automobilismo sportivo: i regolamenti tecnici mutarono radicalmente con l'avvento del gruppo 2, che dava la possibilità ai preparatori di montare cambi ravvicinati, differenziali autobloccanti, pistoni specifici, alberi a camme e scarichi elaborati. Questo cambiamento drastico li pose di fronte ad un bivio. La preparazione di una vettura da competizione stava diventando sempre più complessa. Era finita, o stava finendo, l'epoca in cui si arrivava sul campo di gara direttamente alla guida dell'auto da corsa. Le nuove normative permettevano una più ampia libertà al preparatore, ma la disponibilità di pezzi elaborati era ancora limitata. Decisero quindi di fabbricarsi da soli le parti di cui avevano bisogno.

Fu così che nella vecchia officina di Tavarnelle venne ricavato un angolino per la costruzione di ricambi per l'impiego sportivo. Acquistarono una dentatrice, un seghetto ed una strozzatrice. Iniziarono a costruire gli alberi a camme, i cilindri, gli ingranaggi, gli autobloccanti e così via. L'idea brillante fu quella di vendere anche a terzi le parti che producevano. Si crearono una clientela in tutt'Italia, senza privilegiare nessuno. Quando tiravano fuori qualcosa di valido lo mettevano in commercio, a disposizione di tutti. Faccioli, Facetti, Trivellato, Baggioli e tanti altri diventarono loro clienti abituali, e alcuni lo sono tutt'oggi. La cosa li prese la mano e, nel giro di poco tempo, si trovarono l'autofficina fuori dalla porta. Quella che era iniziata come un'attività da svolgere nei ritagli di tempo, finì per diventare la parte più importante, anche come ingombri. A forza di aggiungere macchinari, la rettificatrice era praticamente all'ingresso dell'officina.

Intanto anche il figlio Sergio aveva iniziato a correre, debuttando nella salita del Montenero del '68 con la Fiat 500.

Company - Sergio Bacci in azione sulla sua Fiat 500 alla Coppa del Chianti del 1968

Sergio Bacci in azione sulla sua Fiat 500 alla Coppa del Chianti del 1968

Company - Sergio Bacci in azione sulla sua Fiat 500 alla Pedavena Croce d'Aune del 1971

Sergio Bacci in azione sulla sua Fiat 500 alla Pedavena Croce d'Aune del 1971

Nel 1980 cambiarono sede, trasferendosi nella zona industriale di Ponte Nuovo, alla periferia di Tavarnelle. I primi anni '90 videro, contemporaneamente all'inserimento nell'azienda di Andrea (figlio di Sergio), l'inizio di grossi investimenti per passare a sistemi produttivi di nuova generazione. Dai torni paralleli e frese manuali, si passò nell'arco di pochi anni al rinnovamento dell'intero parco macchine e tuttora l'aggiornamento a nuove tecnologie continua. I torni e le frese a controllo numerico aumentarono di numero ed attualmente sono presenti in azienda torni CNC, frese CNC, dentatrici, rettificatrici, foratrici, rullatici, brocciatrici.